Tutte a scuola!
L’invenzione dell’alfabeto è stata indubbiamente una delle principali tappe nello sviluppo umano. Collegare una lettera (A, B, F, Z…) a un suono e poi unire quelle lettere e quei suoni per dare origine a delle parole – “parole parlate”, ma soprattutto “parole scritte” (su pietra, papiro, pelle, carta…) – ha dato la possibilità all’uomo di comunicare e di trasmettere ai posteri i propri pensieri, le azioni, le scoperte. Questa capacità, presente solo nell’uomo, è alla base di un cammino che lo ha portato in breve a dominare il mondo.
L’importanza della parola è sancita anche dal fatto che per i cristiani “la Parola” è uno dei nomi di Dio e che attraverso “la parola” Lui ha creato il mondo: “In principio era il Verbo (la Parola) e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio” (Gv 1,1); “Dio disse: sia la luce e la luce fu” (Genesi 1,3).
Il saper leggere e scrivere è diventato ben presto la base fondamentale per la crescita e lo sviluppo personale e di un popolo. Questo per noi è oggi abbastanza chiaro al punto che l’istruzione, almeno primaria, è obbligatoria. Ma non è sempre stato così e così non è in tanti Paesi. Mia nonna, per esempio, imparò a leggere e scrivere da suo fratello che, in quanto uomo, frequentava la scuola, mentre lei rimaneva a casa. I miei primi anni di scuola elementare li ho passati nella stanza di una casa del paese, trasformata in una pluriclasse. Quando poi fu costruita la nuova scuola elementare ci si andava a piedi anche quando pioveva e nevicava.
La stessa cosa sta succedendo oggi in tanti Paesi, dall’Afghanistan, dove la scuola per le donne è addirittura proibita, al Karamoja (Uganda), dove solo il 50% dei maschi e il 20% delle ragazze finisce la scuola primaria, al Madagascar, dove gli alunni devono percorrere chilometri per frequentare le lezioni e il materiale scolastico è un miraggio al punto che molti non hanno mai visto un libro. Posso testimoniare la veridicità di questi dati esibendo, per esempio, le ricevute della distribuzione di materiale agricolo alle donne del Karamoja, dove risulta che mediamente solo 2-3 di loro sanno scrivere il proprio nome, mentre tutte le altre firmano con l’impronta del pollice.
L’importanza dell’istruzione, soprattutto femminile, è documentata anche dal fatto che sempre più ragazze adolescenti che stanno frequentando la scuola rifiutano matrimoni precoci e scappano dal villaggio, cercando rifugio e protezione nelle missioni. “Insieme si può…” in Karamoja ne sta assistendo attualmente una ventina.
Sul tema dell’istruzione molte sono le iniziative messe in campo da ISP ogni anno:
1) Il SAD (Sostegno a Distanza), che permette oggi a circa 2.000 ragazzi e ragazze di 13 Paesi del mondo di andare a scuola e ricevere un pasto quotidiano;
2) La costruzione di nuove scuole e l’ampliamento o miglioramento di quelle esistenti;
3) La realizzazione e il sostegno di scuole professionali che permettono ai giovani di imparare un lavoro;
4) La distribuzione di materiale scolastico (quaderni, penne, matite, libri…).
Un impegno così forte nell’istruzione, soprattutto delle donne, trova incoraggiamento anche nel proverbio africano che dice: “Se si istruisce un uomo, si istruisce un individuo; se si istruisce una donna, si istruisce un villaggio”. Le donne, infatti, sono naturalmente portate a trasmettere quello che sanno ai figli, ma anche alle altre donne. Ecco perché è così importante mandarle… Tutte a scuola!
Piergiorgio Da Rold
A conclusione di questo mio intervento durante la Festa dei Gruppi ISP a Mel domenica 2 ottobre, nelle vesti del Mago Lubega mi sono esibito con il “libro magico”, che prima mostra delle pagine bianche, poi delle pagine con disegni di animali e infine con gli stessi disegni colorati: questa è una delle magie che riscuote maggior successo tra i bambini che spesso non sanno che cos’è un libro. Infine, sull’esempio di quanto fanno le donne analfabete in Karamoja, ho invitato tutti i partecipanti a firmare con l’impronta del pollice un foglio che chiedeva un impegno nella costruzione di un mondo migliore. A partire dalle donne.