La preoccupazione della Provvidenza
Sicuramente in questi quarant’anni la Provvidenza ha accompagnato, condizionato e guidato la storia di “Insieme si può…”. Dire cosa sia questa Provvidenza non è semplice, mentre lo è raccontare cosa fa. Personalmente ho avuto a che fare con Lei numerosissime volte. Qui ne racconto un paio:
1) La Provvidenza non si sbaglia, mai
Siamo negli anni ‘90 e in una riunione del Consiglio di “Insieme si può…” era stato deciso di spedire 10 milioni di lire a Suor Miriam Duggam per il suo lavoro nelle bidonvilles di Kampala a favore dei ragazzi di strada. In quel momento erano disponibili però solo 5 milioni di lire, frutto dell’iniziativa del torneo di calcetto indoor organizzata dai giovani di Sedico, ma si confidava di recuperare la somma mancante presso gli altri Gruppi.
Mariuccia Reolon, al momento di spedire i soldi in Uganda, al posto di 10 milioni aveva inviato, però, 10 mila dollari, che corrispondevano a 12 milioni. Accortasi dell’errore, era ormai troppo tardi per tornare indietro. Ma ecco che, pochi minuti dopo la sua telefonata, ne avevo ricevuta un’altra di una signora che mi chiedeva di passare da casa sua perché desiderava fare un’offerta a “Insieme si può…”. Nel pomeriggio mi sono ritrovato tra le mani un assegno di 5 milioni: una vera manna pensando alla spedizione del mattino. Se non fosse stato per la spedizione di quei 2 milioni in più, saremmo stati già a posto. Ma la Provvidenza non fa mai le cose a metà. Alcuni giorni dopo, infatti, i responsabili del torneo di calcetto mi telefonarono per informarmi che, alla chiusura dei conti, risultava loro un incasso non di 5, bensì di 7 milioni. Quella sera, nel ringraziare il Signore, mi venne spontaneo pensare che forse a indurre in errore Mariuccia fosse stata proprio la Provvidenza, che i conti li aveva fatti giusti fin dall’inizio.
2) La Provvidenza arriva il giorno prima
Una delegazione di “Insieme si può…” in visita ai vari progetti sostenuti dall’Associazione in Uganda aveva provveduto a consegnare a Fratel Elio Croce del latte in polvere per i primi mesi dei bambini dell’orfanotrofio St. Jude di Gulu. Una settimana dopo, al mio rientro in Italia, trovai nella posta elettronica questo messaggio di Fratel Elio:
“Caro Piergiorgio , la Provvidenza arriva sempre prima. Il giorno dopo la vostra partenza ci hanno portato un bambino di 4 giorni. La mamma era morta dopo il parto per reazioni allergiche alle medicine per l’AIDS. I malati perdono a pezzi tutta la pelle del corpo e molti ci lasciano letteralmente la pelle e muoiono. Il vostro latte è stato provvidenziale, ma capita sempre così: la Divina Provvidenza arriva sempre prima”.
Quanto ho avuto modo di verificare in questi anni “frequentando” la Provvidenza, è che questa è “costantemente preoccupata”. Pre-occuparsi significa letteralmente occuparsi in anticipo, saper guardare avanti e prevenire i bisogni, programmare gli interventi. Preoccuparsi, però, significa anche avere a cuore le sorti degli altri e di come rispondere al meglio alle loro necessità. Sono stati tanti i momenti – anche nel corso degli ultimi anni – nei quali l’urgenza di reperire i fondi necessari per dare una risposta alle richieste di intervento (pandemia di Covid, guerra in Ucraina, terremoto in Siria e Turchia, carestia in Etiopia, Sud Sudan, Nord Uganda…) ci ha causato grandi preoccupazioni. Sono stati tanti i momenti in cui abbiamo temuto di non poter far fronte alle vecchie e nuove necessità. Questa preoccupazione, però, ci ha spinti a moltiplicare l’impegno personale e, di volta in volta, a “sfidare” la Provvidenza, anticipando anche i fondi necessari alle varie emergenze.
E la Provvidenza non si è fatta attendere, mai. Anzi, ci ha sempre anticipato, a patto però che ci fidassimo di Lei piuttosto che dei nostri calcoli umani, dei piani programmatici, delle previsioni statistiche.
Piergiorgio Da Rold