Chi è “Insieme si può…”?
Mi capita a volte di dover rispondere a questa domanda che mi viene posta da qualcuno che ci incontra per la prima volta, ma anche da chi magari ha sentito parlare di noi, ma non sa bene chi siamo e cosa facciamo. La risposta classica è che siamo un’associazione di volontariato, nata a Belluno 40 anni fa, ma anche una ONG (Organizzazione Non Governativa) che opera per lo più all’estero a favore di persone svantaggiate da povertà, carestie, guerre, eventi naturali (alluvioni, terremoti, siccità…). Fin qui possiamo dire di essere simili a tante altre associazioni e ONG, anche se i numeri che ci descrivono sono straordinari per il nostro territorio (oltre 2 milioni di euro raccolti e distribuiti nel 2022, 60 Gruppi operativi, 1.900 persone aderenti al progetto di Sostegno a Distanza di bambini di 12 Paesi diversi, decine di progetti realizzati in 33 Paesi del mondo, centinaia di volontari…). “Insieme si può…” però va ben oltre a questo, al punto di essere un caso del tutto speciale nel panorama locale e nazionale.
Prendiamo per esempio il bilancio. Se le entrate delle altre ONG sono costituite per lo più da fondi ricevuti da Governi, Unione Europea, enti internazionali (UNICEF, FAO…), fondazioni varie, quelle di ISP invece sono per il 70% frutto di donazioni private, di singoli, delle iniziative dei nostri Gruppi e di altri Gruppi che condividono la realizzazione di nostri progetti e iniziative. Questo, se da un lato è molto più impegnativo sia nel momento della raccolta dei fondi, sia nella loro documentazione, dall’altro ci lascia però liberi di rispondere liberamente ai bisogni e alle necessità che di giorno in giorno ci vengono presentate.
La cosa più importante, però, è che questo ci dà modo di conoscere sia i benefattori, sia i destinatari del nostro aiuto. ISP conosce i bambini sostenuti a distanza, il loro nome, l’età, la loro situazione familiare, come vanno a scuola, molti li incontriamo nelle visite ai vari progetti. Ma sappiamo anche il nome e l’indirizzo di chi li sostiene qui in Italia. Conosciamo personalmente chi finanzia la perforazione di un pozzo, ma anche coloro che berranno quell’acqua, visto che generalmente partecipiamo all’inaugurazione. Conosciamo il gruppo di amici che recentemente ha finanziato la costruzione di una scuola in Madagascar, ma anche gli studenti che la frequenteranno.
Possiamo quindi ben dire che “Insieme si può…” ha l’onore e l’onere di fare da cardine, da cerniera tra i tanti che un po’ ovunque, compreso il nostro territorio locale, hanno bisogno e i tanti che, pur non essendo ricchi, sono però disponibili a rispondere alle loro richieste di vita, salute, istruzione, sicurezza. Questa che sembra una strada a senso unico (noi che doniamo a loro), in realtà ha una corsia di ritorno perché permette davvero a tutti noi di diventare protagonisti della costruzione di un mondo migliore, più giusto, più solidale. Partono soldi, frutto spesso di sacrifici e ritorna soddisfazione, appagamento. È felice Paul, medico karimojong che ha potuto studiare grazie a un Sostegno a Distanza e che oggi lavora nell’ospedale missionario di Matany, ma certo è felice anche chi lo ha aiutato a raggiungere quel traguardo. Contenta è Primina, che può frequentare la scuola femminile di Kangole nonostante il suo handicap fisico, ma felici sono sicuramente anche coloro che hanno finanziato l’intervento chirurgico alle anche e che ora le permettono di frequentare la scuola. Soddisfatta è la suora responsabile del centro medico che assiste bambini malnutriti, per il latte in polvere che terrà lontana la malnutrizione e spesso la morte, ma lo stesso sarà anche per chi, mese dopo mese, continua a finanziare questo progetto salvavita.
D’altronde è scritto anche nel Vangelo che “c’è più gioia nel dare che nel ricevere”.
Piergiorgio Da Rold