Quando un fiore lilla ti cambia la vita
Herat, Afghanistan. Dodici donne, un campo, fiori lilla che spuntano da un terreno arso dal sole, contenenti delicati stimmi di un rosso vivo che diventeranno color giallo oro. E voglia di riscatto, di emancipazione attraverso il lavoro, di miglioramento della propria condizione di vita per dare un futuro dignitoso alla propria famiglia. Sono proprio quei delicati fiori lilla ad avere il potere di cambiare le cose.
Dodici donne, dodici storie. Esistenze uniche, come la vita di ciascun essere umano, e al contempo con tanti punti di contatto, che il destino ha voluto unire attorno a quei fiori. Non un destino casuale, però, ma un progetto: pensato, pianificato, strutturato, organizzato. Un progetto al quale queste ragazze, madri, sorelle, mogli si sono iscritte e nel quale hanno visto un’opportunità per uscire da emarginazione e povertà, nonostante le premesse annunciassero il contrario: essere donne nell’Afghanistan odierno è già una sfida quasi proibitiva, a maggior ragione dal ritorno al potere dei Talebani nel 2021, figuriamoci essere donne che vogliono mettersi all’opera per avere dignità e riconoscimento attraverso il loro lavoro, aggiungiamoci che quel lavoro (il contadino) è normalmente considerato “da uomini” in un Paese dove gli stereotipi legati al genere sono elevati all’ennesima potenza. Concludiamo con i loro desideri sulla destinazione degli stipendi guadagnati coltivando la terra: iscriversi o iscrivere i figli all’università, provvedere al sostentamento della famiglia, frequentare un corso di formazione per imparare il lavoro dei propri sogni. Desideri quasi blasfemi, dato che per una donna in Afghanistan l’istruzione, una professione o l’autonomia economica rimangono un miraggio per tutta la vita.
E invece… Invece gli ultimi anni qui raccontano di un ettaro di terra affittato, poi dissodato e irrigato, seminato contemporaneamente da giovani braccia diciannovenni e da esperte (ma in Afghanistan considerate vecchie!) mani cinquantenni. Racconta di fiori lilla di Crocus sativus che sono nati in questo campo, che sono stati raccolti sotto il sole da donne disposte a sacrificarsi per un obiettivo comune, aiutandosi e incoraggiandosi a vicenda. Racconta poi che quelle donne si sono sedute attorno ad un tavolo e da quei fiori hanno pazientemente estratto i preziosi stimmi color rosso vivo, che sono diventati la spezia più costosa al mondo: lo zafferano. La vendita di zafferano rappresenta l’importante risvolto economico del progetto, dato che con i guadagni si riescono a coprire le spese e a garantire uno stipendio dignitoso alle lavoratrici e alle loro famiglie.
Ma, non meno importante, è tutto ciò che l’iniziativa ha generato e che non è quantificabile con dei numeri: le donne, infatti, si incontrano e condividono il loro tempo anche fuori dal campo di fiori lilla, come un gruppo di mutuo aiuto, e nella sede dove si ritrovano per parlare, condividere momenti di vita o portare i figli, grazie al supporto di altre donne coraggiose come quelle dell’associazione RAWA, si è iniziato a organizzare corsi di alfabetizzazione, di consapevolezza della propria situazione e dei propri diritti, per rendere queste donne parte attiva di un cambiamento dal basso quanto mai necessario… Speranza, condivisione, impegno, sacrificio, gioia, sudore, soddisfazione, dignità, futuro: tutto grazie a quei delicati, preziosi fiori lilla che sono spuntati da quel terreno arso dal sole a Herat.
Francesca Gaio