Abbiamo toccato il cambiamento
L’Uganda è un Paese meraviglioso. L’Africa un continente gigantesco. La Costa Family Foundation una piccola fondazione. Ma tanto, tantissimo siamo riusciti a fare in questi anni e proverò a raccontarlo qui di seguito.
Abbiamo potuto vedere con i nostri occhi e toccare con mano tutti i progetti che dal 2012 riusciamo a sostenere grazie allo straordinario lavoro sul campo degli amici di Insieme si può. Non un singolo dubbio abbiamo mai avuto, sia chiaro. Non siamo andati in Uganda a ottobre per controllare, quanto più per avere una dimensione reale e toccare da vicino l’impatto del cambiamento generato. Siamo andati per metterci la faccia, abbiamo finito per lasciarci il cuore. È stato bello, bellissimo. Forte, impattante, significativo, trasformativo. Abbiamo riso, pianto, cantato. Ci siamo commossi, abbracciati e portato a casa l’immensa gratitudine delle persone che siamo riuscite a sostenere.
Abbiamo visto il cambiamento, l’abbiamo toccato con mano; noi stessi, i primi, ad essere cambiati. Abbiamo visto fiorire orti in terreni aridi, benedetto la pioggia che innaffiava l’ultimo raccolto. Visitato orfani, donne sieropositive e ragazzi con disabilità. Siamo stati colpiti dalla dignità e dalla professionalità di chi si prende cura di loro ogni singolo giorno. Abbiamo percorso chilometri su strade desolate per visitare l’unica scuola (dispersa) che serve l’intera sub-contea. Noi con la jeep; loro a piedi, con le ciabatte in mano per farle durare un anno in più.
Abbiamo giocato con bimbi impolverati e dimenticati, consegnato materiale scolastico, e capito realmente quanto “un insegnante, un libro e una penna possano cambiare il mondo”. Abbiamo passeggiato tra i bassifondi di Kampala, ci siamo immersi nella sua caotica umanità. Ne siamo usciti frastornati, tramortiti ma ancora in piedi. Abbiamo assistito alla mercificazione di corpi (dis)umani, ci siamo stretti gli uni agli altri e negli slum di Entebbe siamo sprofondati e ci siamo spezzati. Ci siamo presi del tempo, l’immensità della natura ci ha aiutato, non siamo guariti ma ci siamo curati. Siamo poi andati a Moroto, in Karamoja, dove sorgono la maggior parte dei progetti sostenuti dalla Fondazione e toccato con mano i frutti dell’incredibile lavoro degli amici di ISP.
E che dire…? È stata un’esperienza meravigliosa e sono così grato nel poter averla vissuta. Ho avuto compagni di viaggio straordinari, compagni di vita e colleghi che meglio non avrei potuto desiderare. Siamo fortunati, noi, ad essere qui, vincitori di una lotteria che ci ha sorteggiati nella parte benestante del Pianeta senza merito alcuno. A chi ogni giorno sul campo crea il cambiamento, a chi lavora con e non per. A chi dal basso, ogni giorno, prova ad aggiustare un pezzettino di questo mondo storto. Alle connessioni che si sono create, al disegno che si disvela, ai puntini che si uniscono, a chi rende possibile tutto questo.
A Jason, Hope, Enoch e a tutti i ragazzi, all’angelo Hope e al dormitorio di Kasimery. Alla lavagna sotto l’acacia di Nakiloro, al God Bless You e al Thank you for your visit.
Ai canti, alle danze, agli abbracci, ai sorrisi, agli amici.
A Dani, Checca, Stefy, Ermes, Jorge, Ale, Andrew. A Sere, Bianca, Filip.
A tutti voi… Grazie per esserci. Ci sentiamo presto, il viaggio prosegue…
Fabio Bertocchi – Costa Family Foundation