Il Natale di Alice è il nostro augurio più bello!
Quest’anno è arrivato anche a casa di Alice, mamma sola e ammalata in Uganda… buon Natale, di pace, speranza e impegno rinnovato!
Decisamente una festa cristiana il Natale, ma sentita e vissuta anche da altre religioni. In Uganda è la festa per eccellenza, non tanto nella capitale Kampala (nei centri commerciali c’è lo scimmiottare degli alberi e delle lucine che poi spesso vengono dimenticate e lasciate a luccicare per l’intero anno, la gente corre a destra e a manca per trovare la novità da portare al villaggio di origine, il traffico sulle strade diventa insostenibile), ma nei villaggi….
Nei villaggi in questo mese c’è un pullulare continuo di persone che arrivano da ogni dove per ritrovare i propri cari, rivedere gli anziani genitori, fratelli, sorelle, cugini; si può dire che è la festa della famiglia, nella quale ognuno spende accumula i giorni di riposo da spendere nella casa nativa per rivivere in modo semplice, condividendo quello che si ha, partecipando a pranzi, cene e serate ricche di folclore ove non possono mancare le danze, la musica… e tamburi e adungu… Ma c’è anche chi per svariati motivi non ha la possibilità di raggiungere il villaggio. Spesso sono donne rimaste vedove o abbandonate con i loro figli che non sanno come sbarcare il lunario e allora il Natale… si sogna.
Ma quest’anno è arrivato Natale anche in casa di Alice, sieropositiva, vedova con 4 figli a carico. Lavora in un ristorante dove prende meno di 1 euro al giorno con il quale non può certo mandare a scuola i figli; a malapena riesce a pagare l’affitto dell’unica stanza in cui vivono e a prendere l’indispensabile per mangiare almeno una volta al giorno.
Alice è una donna mite. I vicini che hanno capito la situazione, spesso aiutano la famigliola senza che lei chieda niente. Così è accaduto ieri: qualcuno le ha portato dei soldi perché comprasse cibo per il prossimo Natale. La gioia è stata incontenibile perché proprio ieri non aveva niente da mettere sul fuoco: ha abbracciato con slanciato affetto il figlio più piccolo e alcune lacrime sono scese sul viso senza controllo. Questo per me è Natale!
E come diceva Tonino Belli “la fragilità dei pastori del presepe ci ispiri un desiderio profondo di vivere da poveri: che poi è l‘unico modo per morire da ricchi”.
Buon Natale!
Marilisa Battocchio
Project Manager di Insieme si può in Uganda.