Ultimo chilometro
Nord Uganda, ultimo chilometro. Là, dove in pochi saprebbero arrivare, e in pochissimi vivere, padre Guido è la roccia di granito che ricorda al mondo di avere anche quel piccolo angolo di Africa nera. L’angolo di Aliwang. L’ultimo chilometro dell’ultimo miliardo, come ama ricordare “Insieme si può…”
Pensando a questi sperduti villaggi dove una piccola parte di quel miliardo di persone che vive in assoluta povertà ha casa. A Ataparà, qualche chilometro verso i monti della Karamoja, si festeggia l’inaugurazione di un pozzo regalato dalla Plastics di Limana e dalla famiglia Casanova. Acqua. Per alcuni scontata, per altri no. E così cambia la vita di un gruppo di capanne; una pompa idraulica e il desiderio, in cambio, di poterti regalare una capra e un paio di galline. Poco più a nord però ci sono due scuole che attendono. Quindi, regalata anche una bicicletta a uno degli uomini della comunità, si continua la marcia. “Insieme si può…” aveva consegnato a padre Guido i soldi per costruire una scuola grande. Lui, dovendo gestire una parrocchia lunga 110 chilometri e larga 70, ha preferito farne due piccole. Nulla in contrario. Con sole e caldo i bambini sono fuori, sotto gli alberi. Quello della prima, della seconda, della terza e della quarta. Ogni bambino una matita, un quaderno e alla fine pure una promessa: presto pure i banchi. Con 1500 euro se ne mettono a sedere cento. E così sarà. L’inno ugandese per salutarci, la meraviglia delle magie di Piergiorgio e di nuovo un’altra partenza. Si torna alla missione, ad Aliwang. Bisogna preparare gli aggiornamenti degli oltre 150 sostegni a distanza. Indispensabili, per continuare a sperare. Perché per costruire un ospedale, una scuola o un orfanotrofio, i soldi si trovano sempre. Ma per poi farli vivere, per mantenerli? Stipendi, materiale, spese… ed ecco che i sostegni a distanza diventano il perno della crescita di quei bambini. Bambini rapiti, spaventati e meravigliati dall’incredibile potere di una fotocamera digitale che forse per la prima volta mostra loro che occhi, naso e bocca hanno.
Alessandro De Bon