Scintille di speranza in Venezuela
Siamo di fronte a una delle numerose famiglie fuggite dal Venezuela per la drammatica situazione che si vive lì e che si sono rifugiate nei Paesi vicini, in questo caso in Perù, a Lima, dove sono arrivati il 5 maggio 2018.
La situazione di questa famiglia, come quella di tantissime altre (o di persone singole), è normalmente drammatica. Quella dal Venezuela non è una migrazione, ma una vera e propria fuga, per cui quando uno fugge raccoglie quel che può e scappa. E quando arriva da qualche parte deve trovare casa, lavoro, sistemazione, con in più il difficile ambientamento in un Paese che non è il tuo. Il paradosso è che in genere arrivano persone anche molto preparate professionalmente, che però sono costrette a fare i camerieri, i tassisti, i muratori, i venditori ambulanti per portare a casa un po’ di pane alle loro famiglie.
In questo caso la mamma Esthefany è ingegnere civile, mentre Kenny, il papà, è un meccanico. La mamma fa la casalinga per poter seguire la figlia di due anni e mezzo, Aurora, e anche perché ha dato a luce da pochi giorni un bel bambino di nome Esteban.
Possiamo dire che da un lato è una famiglia fortunata nel senso che il papà aveva trovato subito un lavoro, non buono ma almeno retribuito (non sono pochi i casi di sfruttamento, in cui gli operai fanno dei turni massacranti e non vengono pagati). D’altra parte bisogna anche parlare di sfortuna, perché il papà alcuni mesi fa è caduto da un’impalcatura fratturandosi in due punti il braccio.
Non avendo soldi, solo un mese dopo la caduta ha potuto ricorrere in extremis a un intervento (se non si operava subito diventava troppo tardi) ed è proprio in questa occasione che siamo venuti a conoscenza di questa famiglia. Grazie alla comunione dei beni di amici e persone della comunità di Lima siamo potuti intervenire affinché Kenny si operasse. Naturalmente questo aiuto economico lo abbiamo continuato a dare per la difficile situazione in cui vivevano: lui in convalescenza e lei agli ultimi mesi della gravidanza, che tra l’altro si prospettava con un parto cesareo, il tutto con una copertura sanitaria molto parziale.
Fortunatamente la Provvidenza li ha aiutati: l’operazione di Kenny è riuscita, il parto è stato naturale e senza complicazioni, sono arrivati alcuni aiuti materiali (pannolini, vestiti e spesa in viveri) ed economici (l’affitto dove vivono).
E proprio in questi giorni la Provvidenza si è fatta ancora viva attraverso un lavoro per Kenny: dal 1° marzo coloro che lo avevano conosciuto al suo arrivo lo hanno richiamato a lavorare con loro. In questi giorni, grazie all’aiuto di molti, stiamo anticipando loro il primo stipendio per poter affrontare con un minimo di serenità il mese di marzo.
Ancora una volta tanti atti d’amore hanno risolto una situazione molto difficile di una famiglia venezuelana!