Tutti a Scuola?! in Uganda
Con la pandemia di Covid-19, anche l’Uganda ha dichiarato il blocco di tutte le attività produttive, aggiungendo il coprifuoco notturno per regolare i movimenti della gente. È partito anche qui l’ordine di chiusura immediata dei luoghi di culto e di tutte le istituzioni scolastiche di qualsiasi ordine e grado: gli studenti ugandesi rimasti a casa sono stati circa 15 milioni.
A causa della chiusura delle scuole tutti gli allievi sono ritornati nelle loro case o nei loro villaggi di provenienza, generando un blocco totale dell’educazione nel Paese. All’inizio di giugno sono state allentate alcune misure restrittive, perciò si sperava nella riapertura delle scuole almeno per gli ultimi anni di ogni grado, che non essendo un numero elevato potevano rispettare le distanze di sicurezza; questo però avrebbe creato disparità all’interno del mondo scolastico, quindi di fatto è stata bloccata la possibilità per tutti di continuare.
Solo alcune scuole riservate a pochissimi studenti e solo nella capitale Kampala hanno potuto beneficiare di lezioni on line, impossibili nelle zone più remote dell’Uganda. Le promesse sono state tante, sono state inviate lezioni scritte sui giornali che sarebbero dovute arrivate agli allievi di tutte le classi: i genitori si sarebbero dovuti accollare le spese di fotocopiatura dei compiti, ma, essendo rimasti senza lavoro e con serie difficoltà a recuperare anche solo il cibo per il sostentamento, il progetto ministeriale è fallito. Il governo ha anche proposto l’insegnamento via radio o TV: questo è stato possibile in città, ma non nei villaggi dove non arriva l’energia elettrica. Dove le famiglie non hanno potuto provvedere al materiale didattico gli studenti sono rimasti indietro con lo studio; per i bambini più piccoli, poi, è stato difficilissimo seguire lezioni a causa dell’assenza di relazioni con l’insegnante.
In agosto ISP è intervenuta in aiuto a queste popolazioni, in partenariato con le diverse associazioni locali impegnate nel Sostegno a Distanza dei bambini più poveri e svantaggiati, ha lanciato un programma speciale di educazione a domicilio, sviluppando contenuti per tutte le classi, suddivisi in settimane, cercando, per quanto possibile, di seguire il normale programma che si svolgerebbe durante ogni periodo scolastico. I beneficiari sono 320 bambini ugandesi (di Kampala, Gulu e Masindi), che versano in condizione di grave povertà, e tutte le loro famiglie, che si sono sentite finalmente sostenute durante questo periodo davvero difficile.
Sono stati coinvolti insegnanti che hanno sviluppato percorsi scolastici suddivisi in materie per i restanti due trimestri di quest’anno. Hanno lavorato part-time, in modo da contenere le spese, ma contemporaneamente hanno avuto la possibilità di una pur minima entrata per le loro famiglie. Ogni due settimane sono state preparate verifiche di comprensione sulle materie trattate, e periodicamente sono state effettuate valutazioni come nelle sessioni di insegnamento durante un normale anno scolastico; un team tecnico (ex studenti di grafica) ha supportato i maestri digitalizzando il lavoro e stampando le copie in base al numero di bambini.
Possiamo sostenere quest’iniziativa attraverso una donazione per la campagna “Tutti a scuola?!” e garantiremo a questi bambini l’opportunità di continuare a studiare senza essere lasciati indietro.