82 viaggi in 21 Paesi
In questi 40 anni di vita di “Insieme si può…” sono stati davvero tantissimi i viaggi effettuati nei Paesi dove l’Associazione era impegnata nel finanziamento e nella realizzazione di qualche progetto. Personalmente, dal luglio 1982, data del primo viaggio in Uganda, a oggi ho visitato (in molti casi più volte) ben 21 Paesi, per un totale di 82 viaggi (in copertina trovate il biglietto del primo viaggio!). Naturalmente al primo posto c’è l’Uganda, dove mi sono recato ben 50 volte, poi vengono il Madagascar (10), il Kenya (7), il Brasile (3), l’Albania (3), l’Ucraina (2), il Sudan (2), la Costa d’Avorio (2). Infine ho visitato una volta la Tanzania, l’Etiopia, l’Eritrea, il Congo, il Rwanda, la Sierra Leone, il Ghana, il Kosovo, la Thailandia, le Filippine, l’Ecuador, il Cile, il Perù.
I viaggi possono essere suddivisi in tre diverse tipologie:
1) emergenze umanitarie dovute a guerre, carestie, alluvioni… Rientrano in questa linea i viaggi effettuati in Kosovo, Ucraina, Uganda, Sierra Leone, Sudan;
2) documentare i progetti realizzati e partecipare a inaugurazioni di pozzi, scuole, ospedali…;
3) accompagnare benefattori a visitare i progetti finanziati.
Mediamente i viaggi avevano la durata di 3 settimane, ma personalmente ho trascorso anche 3-6 mesi in Uganda per dare una mano ai nostri collaboratori a Kampala e in Karamoja. Per ogni viaggio si potrebbe raccontare un aneddoto interessante, ma a volte sono stato protagonista di storie davvero straordinarie. Come quando, di ritorno dalla Tanzania, abbiamo scoperto all’aeroporto che il nostro aereo era stato requisito per riportare in Europa i turisti che in Kenya si erano trovati oggetto di attacchi terroristici. Dopo 3 giorni, durante i quali siamo comunque stati ospitati in hotel, finalmente abbiamo trovato un posto su un aereo della British Airways che ci avrebbe riportato a Milano via Londra. Il bello è che c’era posto solo in prima classe: naturalmente senza pagare nulla in più abbiamo viaggiato davvero come dei signori.
Anche il ritorno dal viaggio in Sierra Leone (dove con l’amico Davide Franzi avevo partecipato all’inaugurazione di due scuole e fatto visita all’ospedale di Emergency nel quale “Insieme si può…” aveva finanziato i letti) è stata un’avventura. In Ghana, tappa intermedia del viaggio, abbiamo scoperto che il nostro aereo era stato requisito dal Presidente per andare in un pellegrinaggio a La Mecca. In attesa del suo ritorno, previsto dopo 3 giorni, ci hanno ospitato (a loro spese) in un bellissimo albergo della capitale dal nome: Darold Hotel. Inutile dire la sorpresa del personale quando ho presentato il mio passaporto chiedendo che ci assegnassero la stanza migliore, dato il cognome.
Per la maggior parte, i viaggi sono stati comunque un bell’impegno, anche fisico. Per recarmi in Madagascar lo scorso anno sono partito da casa alle 2 di notte per arrivare nella capitale Antananarivo alle 22. Questa però era solo la prima parte del viaggio. Il giorno successivo, siamo partiti a bordo di un pulmino stracarico di passeggeri alle 4 del pomeriggio e siamo arrivati a Marovoay, situata a 530 chilometri, alle 8 del mattino. 16 ore di viaggio davvero impegnative, su una strada stretta e piena di buche. Il ritorno a Tanà, alcuni giorni dopo, è stato altrettanto pesante visto che, partiti alle 6 del mattino, siamo arrivati in capitale alle 21. E per fortuna che per quel viaggio avevamo preso un pulmino di “prima classe”!
Avventuroso è stato anche il viaggio di ritorno dall’Ucraina lo scorso Natale. Viaggiare per 2.000 chilometri in inverno è già una bella impresa, ma quando, dopo aver passato ben 8 ore alla dogana tra l’Ucraina e l’Ungheria, ti si accende una spia sul cruscotto che ti “consiglia” di non spegnere il motore perché altrimenti non si riaccende più, sei costretto a rientrare a casa senza fare soste. Partito a Kiev alle 8 del mattino, sono quindi arrivato a casa alle 19 del giorno dopo. 36 ore no-stop senza dormire né mangiare (se non un paio di brioches). Con la soddisfazione, però, di poter dire ancora una volta: missione compiuta!
Piergiorgio Da Rold