Emergenze senza fine
Considerando quanto sta succedendo nel mondo, viene spontaneo pensare che non sembra esistere un limite al peggio. La guerra in Ucraina non conosce tregua e, con l’arrivo dell’inverno, la situazione non potrà che peggiorare. Bombe, freddo, buio, paura, accompagneranno chissà per quanto tempo la vita di milioni di persone. Il recente terremoto che ha colpito l’Afghanistan in ottobre, provocando migliaia di morti e grandi distruzioni soprattutto nella regione di Herat, ha reso ancora più drammatiche le condizioni di vita soprattutto delle donne e dei bambini, peraltro già privati di libertà, cibo, istruzione, sanità. Lo scoppio della guerra a Gaza sta insanguinando, ancora una volta, quelle terre già così provate in passato da grandi sofferenze. Il terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria lo scorso mese di febbraio ha causato 57.000 vittime e circa 121.000 feriti. Vittime tra le vittime sono i profughi siriani scappati dal loro Paese, malvisti dai turchi e abbandonati praticamente da tutti.
Di fronte a tante emergenze – che si sommano a quelle già esistenti in Africa (Etiopia, Sudan, Niger…) – “Insieme si può…” si sta prodigando per portare aiuto alle vittime civili. E se al momento è praticamente impossibile qualsiasi tipo di intervento a Gaza e di difficile attuazione l’aiuto in favore delle donne afghane di Herat, non così è per l’Ucraina e i terremotati della Siria. Martedì 17 ottobre ha preso il via la terza missione umanitaria con destinazione Kiev, distante 2.000 chilometri esatti da Belluno. Se nei due precedenti viaggi erano stati trasportati 30 generatori elettrici e materiale vario per disabili e orfani, ora l’obiettivo è di contribuire ad allestire un centro di fisioterapia riabilitativa e ortopedia per le numerose vittime della guerra. Nel furgone, guidato dal sottoscritto e dall’amico Giovanni Abriola (che intervisteremo alle pagine 8 e 9, ndr), hanno trovato posto letti ortopedici, attrezzatura varia per effettuare esercizi di fisioterapia, carrozzine elettriche, ausili per disabili, ma anche 4 generatori elettrici e coperte.
Per quanto riguarda invece i terremotati siriani, Giovanni si è recato per conto di “Insieme si può…” ai confini tra Turchia a Siria per portare un aiuto alimentare di 3.500 euro a 100 famiglie e di 1.500 euro di latte in polvere a bambini malnutriti. Durante il viaggio è stato anche pagato l’intervento agli occhi a una studentessa (350 euro) ed è stato individuato Abdel, un bambino di 3 mesi, affetto da una gravissima patologia che richiede un delicato intervento chirurgico alla schiena del costo di 2.700 euro, cifra che abbiamo prontamente inviato all’ospedale dove il bambino è ricoverato.
“Insieme si può…” continua a credere che sia possibile costruire un mondo migliore. Lì fuori ci sono tanti bambini siriani come Abdel, tanti giovani ucraini rimasti senza gambe o braccia, o persone che hanno perso tutto dopo un terremoto o a causa della guerra, che hanno bisogno di noi. Aiutiamoli e non dimentichiamoli! Insieme si può!
Piergiorgio Da Rold