Il futuro è oggi
La parola futuro richiama a un tempo collocato in un domani più o meno lontano.
C’è chi ne è ossessionato e cerca di conoscerlo in anticipo, ricorrendo a presunti maghi, carte, tarocchi, oroscopi.
C’è chi “vive alla giornata” e (apparentemente) non ci pensa.
C’è chi è costretto a “vivere alla giornata” dalle condizioni personali che non gli permettono di guardare oltre l’orizzonte quotidiano.
C’è chi invece sceglie di “vivere alla giornata” perché ha messo la sua vita nelle mani del Signore.
In realtà: “Ci sono due modi per leggere il tempo: dal passato verso il presente oppure dal futuro verso il presente” (Ermes Ronchi). Questo vale anche per “Insieme si può…”, soprattutto in questo momento nel quale, dopo aver fatto un approfondito bilancio di 40 anni di attività e valutato attentamente le forze attualmente disponibili, ci ritroviamo a guardare al futuro con una certa apprensione, ma allo stesso tempo anche con una rinnovata fiducia.
Il futuro più desiderabile per “Insieme si può…” è che non ci sia più bisogno della sua presenza, perché il mondo ha finalmente messo in atto quello per cui l’Associazione è nata: “costruire un mondo giusto per tutti”. Purtroppo la situazione attuale e le prospettive per il futuro, almeno a breve e medio termine, non sono proprio buone, anzi. Nel mondo i poveri assoluti sono in costante aumento, sono in crescita le persone affamate, assetate, analfabete e i profughi che abbandonano il proprio Paese a causa di guerre, discriminazione miseria, disastri ambientali.
Finché ci saranno persone che hanno bisogno di un aiuto credo che “Insieme si può…” continuerà a operare e che non gli mancherà il sostegno di volontari e benefattori. A patto prosegua nello stile che lo ha caratterizzato in questi 40 anni di vita: trasparenza nella destinazione dei fondi, attenzione agli ultimi lontani e vicini, vicinanza anche ai singoli poveri che bussano alla porta per un aiuto, confidenza nella Provvidenza unita alla volontà di mettersi personalmente in gioco quando c’è una giusta causa da sostenere.
Ciò che si aspettano da noi sia i poveri del Sud del mondo sia, senza saperlo, i ricchi del Nord, entrambi bisognosi di riscoprirsi figli dell’unico Padre, è che – fedeli allo “spirito delle origini” – offriamo ai primi un aiuto concreto e ai secondi la possibilità di partecipare a quest’opera di giustizia.
Il passato è frutto dell’impegno messo in campo in questi 40 anni da tante persone, il futuro è oggi e ci sta chiamando a un rinnovato impegno.
Rispondiamo SÌ, continuando a coltivare il sogno di “costruire, insieme, un mondo migliore”.
Piergiorgio Da Rold