Regali Senza Frontiere: regali A, regali PER, regali CON
Normalmente, quando si fa un regalo, si dona “qualcosa A qualcuno”, convinti che la cosa gli faccia piacere, o come dimostrazione di affetto, di amicizia, di riconoscenza. A volte il regalo è solo simbolico (un mazzo di fiori per esempio), spesso è qualcosa di pratico (un capo di vestiario, uno zaino, un orologio…).
Ma che senso ha fare un regalo a qualcuno quando il destinatario del dono è una persona sconosciuta, e che magari vive anche dall’altra parte del mondo? Che senso ha regalare a un amico per il suo compleanno il cibo, le cure mediche, l’ospitalità a un anziano che vive nella casa di riposo di Marovoay in Madagascar, oppure un campo di zafferano a giovani donne vittime di violenza ed esclusione in Afghanistan, o la fornitura di latte in polvere a un bambino malnutrito del Nord Uganda, o aiutare con la spesa alimentare e le bollette una famiglia in difficoltà che abita nel Bellunese?
Eppure è proprio questo che si prefigge l’iniziativa proposta ormai da anni da Insieme si può e denominata “Regali senza frontiere”. Il significato pratico è evidente: aiutare qualcuno che si trova in difficoltà.
Il significato ideale si sviluppa su tre passi:
dal “fare un regalo A qualcuno”
al “donare qualcosa PER qualcuno”
al “fare un dono CON qualcuno”.
Il Regalo senza frontiere, infatti coinvolge chi lo dona, chi idealmente lo riceve (attraverso uno speciale biglietto che spiega l’iniziativa), e chi quel dono lo riceve materialmente.
In un momento storico nel quale un po’ ovunque si alzano muri fisici tra gli Stati e muri ideologici, razziali, religiosi tra popoli diversi, non dobbiamo poi dimenticarci quel “senza frontiere”, perché diventa un segno e uno strumento per costruire davvero un mondo migliore, più giusto e solidale. Con un semplice, ma speciale, regalo.
Piergiorgio Da Rold