Non stanchiamoci di “rompere le scatole”
Intervista a Giorgio Roncada, responsabile del Gruppo ISP di Limana e membro del Coordinamento dell’Associazione, ma anche volontario storico nella sua comunità e cuoco per passione, anima di molti eventi e cene solidali organizzate dal Insieme si può.
Presentati brevemente.
Vivo a Limana, ho da poco compiuto 60 anni ma non li sento, vivo con Silvia e i suoi due figli, lavoro nel marketing del gruppo Epta a cui appartiene la Costan di Limana. Fin da ragazzo ho sempre partecipato alla vita sociale, culturale e religiosa del mio paese ed ancora in parte lo faccio.
Come ti definiresti in 3 parole?
Un Cristiano che cerca di essere credibile.
Come definiresti ISP in 3 parole?
Strumento di speranza e giustizia.
Come sei entrato in contatto con ISP? Cos’ha fatto scoccare la “scintilla”?
Nel 1985 l’allora parroco di Limana don Mario Carlin organizzò una serata con Piergiorgio Da Rold, che aveva da due anni fondato l’Associazione Insieme si può. Mi sembrò finalmente una risposta non occasionale ai problemi della fame e della povertà. Da allora ISP è stata parte della mia vita.
Qual è stata la “benzina” che nel tempo ha alimentato il tuo coinvolgimento?
Sapere che quello che nel marketing si chiama il pay-off di ISP, vale a dire “costruire un mondo migliore”, non è un’utopia ma, attraverso il modo in cui lavora ISP, pur tra tante difficoltà e qualche fallimento, è una realtà possibile e verificabile. Per assurdo, anche contribuire a migliorare la vita di una sola famiglia è costruire un mondo migliore.
Qual è il tuo impegno attuale con l’Associazione?
Sono responsabile del Gruppo di Limana, faccio da parte da 7 anni del Coordinamento e partecipo all’organizzazione di alcuni eventi e cene solidali.
In questo numero approfondiamo l’Obiettivo 2 dell’Agenda 2030 dell’ONU, che recita: “Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare l’alimentazione e promuovere l’agricoltura sostenibile”… Poche parole, ma estremamente ambiziose. Condividi con noi una riflessione a riguardo, visto il tuo punto di osservazione privilegiato?
È un discorso molto complesso. Purtroppo, sembrano obiettivi impossibili in un mondo che continua a presentarci un divario tra ricchi e poveri sempre maggiore, dilaniato da guerre e speculazioni per il controllo delle materie prime che servono ai Paesi ricchi passando sulla pelle dei poveri. Servirebbe un deciso cambio di rotta per promuovere maggiore giustizia, servirebbe una riduzione dei consumi dei Paesi occidentali, anche per evitare la catastrofe climatica e l’aumento dei profughi. Servirebbero politiche e soprattutto politici nuovi a livello internazionale, ma anche nuovi cittadini più responsabili. ONG come le nostre danno il loro importante contributo ma con risultati troppo limitati rispetto a questi obiettivi, che richiedono appunto trasformazioni radicali.
Quale la strada da percorrere come individui e come Associazione verso quest’obiettivo?
Come individui prendere coscienza di questa situazione e svegliarsi dal torpore; rendere il proprio stile di vita più sobrio, evitare gli sprechi, cercare associazioni come la nostra e partecipare alle loro attività. Votare ed acquistare con coscienza. Come Associazione continuare a cercare, nonostante tante difficoltà, di non gestire solo le emergenze, ma costruire uno sviluppo sostenibile, anche attraverso l’aiuto di professionalità che vanno cercate e pagate per quello che meritano. Il volontariato è fondamentale, ma da solo non basta. Inoltre, non stancarsi di sensibilizzare l’opinione pubblica, essere dei “rompiscatole”.
Cosa sogni per il futuro di Insieme si può?
Che molti giovani lo scoprano, si entusiasmino per quello che fa e portino l’Associazione nel futuro. Il coinvolgimento dei giovani è oggi infatti il grande problema di tutto il volontariato ed ISP non ne è esente, anche se qualche giovane eccezionale già c’è. Ma i Gruppi stanno soffrendo l’invecchiamento.
Cosa significa, secondo te, essere ISP?
Sapersi mettere nei panni degli altri, avere occhi buoni per vedere sia vicino che lontano, conoscere e combattere le grandi ingiustizie planetarie che condannano centinaia di milioni di persone alla fame. E sapere che farlo assieme ha più forza. Non perdere la speranza in un mondo migliore.