Un viaggio nella filiera equo-solidale

Erica Reganaz, veneta di nascita ma pavese di adozione, dal 2008 si occupa dei progetti equo-solidali per l’associazione Ad Gentes Equosolidale, con cui ISP collabora dal 2021 per varie iniziative come la realizzazione delle 9.000 sacche della Maratona dles Dolomites-Enel o le uova di Pasqua. Ci racconta dell’importanza dei vari aspetti di questa filiera, dal supporto al lavoro degli artigiani nel mondo alla sostenibilità ambientale alla qualità del prodotto finale.

Presentati brevemente.
Mi chiamo Erica e dal 2008 seguo i progetti equo-solidali per conto dell’associazione Ad Gentes. Sono veneta di nascita, trasferita poco dopo la laurea a Pavia, dove ho subito conosciuto Ad Gentes che mi ha accolta come in una grande famiglia.

Come ti definiresti in tre parole?
Organizzatrice, precisa e (molto!) sognatrice. I difetti in un’altra intervista…

Come definiresti ISP in tre parole?
Impegno, tenacia, lungimiranza. In verità le mie prime tre parole pensando a ISP sono “Rita, Enervit e Maratona”!

Come hai conosciuto ISP?
Ho conosciuto ISP in piena pandemia, grazie a degli incontri online che avevamo organizzato per divulgare i nostri progetti, quindi ci sono stati i primi ordini. Poi nell’agosto del 2021 Rita ci ha contattato per valutare la possibilità di produrre le sacche per la Maratona dles Dolomites-Enel e da lì… È storia!

Ci racconti come è nata l’associazione Ad Gentes?
Ad Gentes è nata nel 1994 grazie ad un gruppo di giovani pieno di sogni e grande sensibilità per le problematiche internazionali, sotto la guida (e la spinta) di don Daniele. Dapprima è nata una piccola bottega, poi sono diventate due e dal 1998 il legame diretto coi produttori ha trasformato la nostra realtà, portandola ad una dimensione internazionale che ci restituisce tanto.

Cosa ha fatto scoccare in te la “scintilla” dell’impegno concreto?
L’esempio. Nel 1992 sono andata in Romania con mio papà, che all’epoca aveva impegnato diversi periodi di “ferie” come volontario nella costruzione di un asilo. Mi aveva portata con sé in un viaggio che per sempre mi avrebbe cambiata, avevo 10 anni.

Qual è la “benzina” che nel tempo ha tenuto vivo quest’impegno?
Lo spirito positivo e la voglia di fare di più (e meglio) che trovo nelle persone con cui lavoro quotidianamente. Principalmente donne, donne meravigliose di Pavia, El Alto, Kurunegala e Abidjan!

Le uova e gli ovetti che ISP sta distribuendo in questa Pasqua per raccogliere fondi a sostegno del progetto Ripaxote in Brasile sono prodotti proprio da voi all’interno di una filiera equo-solidale: puoi raccontarci questo “viaggio” che collega varie parti del mondo?
Se dovessi riassumere le “tappe” di questo viaggio che è il progetto Pasqua direi qualità, filiera diretta, sostenibilità ambientale e impegno sociale. Il progetto coinvolge diverse realtà equosolidali in Costa d’Avorio, Ecuador, Sri Lanka, Indonesia e Thailandia, con la maggior parte delle quali abbiamo una relazione diretta. Ci poniamo l’obiettivo di proporre prodotti con packaging riutilizzabili, come la sacca dell’uovo o la scatola di ovetti, e laddove non è possibile impieghiamo imballaggi riciclabili, compostabili o “inventati” da noi, come il bicchierino che sorregge l’Arcobaluovo in bioplastica e fondi di caffè. Dal progetto pasquale è nato “Uova di Pasqua, Semi di Speranza”, un fondo che sostiene da un lato le famiglie in difficoltà seguite da Caritas Pavia e dall’altro le più diverse necessità dei coltivatori di cacao in Costa d’Avorio, dai pozzi alle casse per fermentare le fave solo per citarne due.

Un’altra bella collaborazione tra Ad Gentes e Insieme si può, che si è rinnovata anche quest’anno, è la realizzazione delle 9.000 sacche per i partecipanti alla Maratona dles Dolomites-Enel, manifestazione ciclistica che si tiene a luglio a Corvara e di cui ISP è partner solidale da 16 anni. Com’è nata l’idea e come riuscite a concretizzarla?
Più che un’idea è stata una sfida: fino al 2021 non avevamo mai lavorato con realtà così tanto diverse dalla nostra. Abbiamo trovato in voi il partner giusto per uscire dai nostri confini e realizzare il sogno di far produrre 9.000 sacche alle nostre artigiane, che uscivano da un periodo di crisi dovuto in parte alla pandemia e in parte al default del Paese. Oggi siamo al quarto anno di una produzione totalmente artigianale: ci vogliono oltre 6 mesi per concludere il lavoro, a partire dallo studio dei campioni e dalla costruzione dei costi, per poi passare alle fasi di tessitura, taglio, cucitura; infine la realizzazione del logo e la preparazione per la spedizione, tutto fatto interamente a mano, sacca dopo sacca.

Qual è secondo te il valore del consumo equo-solidale?
La sostenibilità che vedo da sempre nel principio di consumare meno e meglio.

Cosa ti auguri per il futuro di Ad Gentes?
Auguro ad Ad Gentes di continuare a coltivare le relazioni, sapendosi rinnovare senza perdere di vista i valori di partenza.

E per il futuro di ISP?
Almeno altri 100 anni di attività bellissime come quelle portate avanti sino ad oggi!

Per concludere, cosa significa per te essere ISP?
Essere ISP per me significa far parte di una rete che sostiene migliaia di artigiani, con l’impegno quotidiano di chi non si ferma di fronte a un orizzonte non sempre sereno.