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Una “Settimana CambiaMondo” con gli studenti
Giovanni Gidoni e Maria Balbin sono i due insegnanti che hanno accompagnato gli studenti della classe 3^ del Liceo “Lollino” di Belluno durante l’esperienza della “Settimana CambiaMondo”, svoltasi dal 27 al 31 gennaio e durante la quale i ragazzi sono stati coinvolti da ISP nella riflessione su alcune grandi tematiche come la pace, i diritti umani, le disuguaglianze e si sono impegnati nella costruzione della campagna di San Valentino a sostegno di donne e bambini siriani.
Presentatevi brevemente.
Giovanni: Ciao, mi chiamo Giovanni Gidoni, sono un professore di matematica e fisica del Liceo Classico e Scientifico “Lollino” e papà di tre bambini piccoli.
Maria: Mi chiamo Maria Balbin e sono un’insegnante di matematica e fisica al Liceo “Lollino”.
Come vi definireste in tre parole?
G. Logorroico, distratto, pignolo.
M. Riservata (quindi immaginate quanta fatica sto facendo a parlare di me…!), paziente, pratica.
Come definireste ISP in tre parole?
G. Generosità, fiducia, giustizia.
M. Sostegno, uguaglianza, coraggio.
Come avete conosciuto ISP?
G. Ho conosciuto ISP alcuni anni fa grazie a un torneo di calcio organizzato da alcuni amici, ma in maniera più approfondita l’anno scorso, con la collaborazione diretta con la scuola.
M. Ho conosciuto ISP nel 2023 grazie al progetto di collaborazione con il Liceo “Lollino”, nato per avvicinare studenti e studentesse ai temi del volontariato, dei diritti e, in generale, dell’educazione civica.
Ci raccontate l’esperienza della “Settimana CambiaMondo” che avete svolto con i vostri studenti della classe 3^ e lo staff di ISP dal 27 al 31 gennaio?
G. Come sempre è stata una settimana molto intensa e ben diversa dalla quotidianità scolastica, che lascia tanto a noi professori ma soprattutto ai nostri ragazzi. In breve, abbiamo sospeso le lezioni e ci siamo dedicati interamente per una settimana ad alcune attività in collaborazione appunto con Insieme si può nell’ambito dell’educazione civica. In particolare abbiamo preso a cuore un progetto importante che darà sostegno e aiuto a donne siriane dei campi profughi di Aleppo.
M. Da 3 anni ISP affianca la scuola in quella che chiamiamo “Settimana CambiaMondo”: si tratta di una settimana in cui gli studenti e ISP lavorano insieme per sostenere un progetto di cooperazione internazionale. Quest’anno i ragazzi e le ragazze della classe 3^, guidati da Daniele e Federica, hanno dapprima approfondito il tema dei diritti umani, conosciuto contesti in cui vengono violati e imparato che ciascuno di noi può fare la differenza informandosi, sensibilizzando gli altri e sostenendo progetti di sviluppo sociale. A tal proposito, hanno poi lavorato alla preparazione di una campagna di comunicazione e raccolta fondi a sostegno di un progetto dedicato a donne e bambini siriani.
Infatti, con gli alunni avete costruito nei vari aspetti la campagna di ISP per San Valentino, a sostegno del progetto “Un cuore per regalare amore” per garantire cure mediche a mamme e bambini siriani dei campi profughi di Aleppo. Quali riflessioni sono emerse?
G. Il termine che più mi è rimasto impresso è “impotenza”. L’ha usato una mia alunna dicendo di sentirsi impotente davanti alle violenze descritte da alcune donne di cui abbiamo letto le testimonianze. Per fortuna i ragazzi hanno capito che qualcosa si può fare, anzi si deve fare, e li ho visti molto motivati e propositivi nello svolgimento di questa campagna.
M. Durante la settimana sono emerse riflessioni ed emozioni contrastanti. Da un lato, venire a contatto con contesti di guerra ci ha fatto provare rabbia e impotenza e fatto capire che i diritti non vanno dati per scontati. Allo stesso tempo, abbiamo provato il desiderio di agire, di fare qualcosa che potesse avviare un cambiamento, anche se piccolo.
Quali sono state le reazioni dei ragazzi che avete potuto cogliere dopo l’iniziativa?
G. Li ho visti molto contenti e orgogliosi di aver partecipato a questa iniziativa. Sicuramente sono argomenti di cui hanno già parlato in precedenza, a scuola o altrove, ma viverli così concretamente ha reso l’esperienza davvero formativa.
M. I ragazzi hanno accolto di buon grado l’iniziativa e si sono impegnati molto per portarla a termine. Mi sono sembrati davvero coinvolti e desiderosi di aiutare.
Qual è secondo voi l’importanza di introdurre questo tipo di attività con collaborazioni esterne nel contesto scolastico?
G. È fondamentale. Accompagnare la didattica con attività di questo tipo permette ai ragazzi di avere una visione più concreta del mondo o anche del contesto territoriale in cui vivono.
M. Le collaborazioni di questo tipo sono delle occasioni preziose: permettono ai ragazzi di capire che ciascuno di noi può compiere dei piccoli gesti per migliorare il mondo che lo circonda. Per qualcuno può addirittura essere l’occasione per capire cosa fare da grande.
Il progetto di San Valentino supporta mamme e bambini vittime civili delle tragiche conseguenze del conflitto in Siria, purtroppo solo uno dei tanti contesti di guerra nel mondo. Cosa significa per voi, in quanto insegnanti, la parola “pace”?
G. Purtroppo viviamo in una parte del mondo dove “pace” è un termine spesso dato per scontato. Anche per me è difficilissimo dare un significato a questa parola. Potrei dire che pace è quando mi sento rispettato e sono felice di rispettare.
M. Per me significa rispetto, dialogo, collaborazione.
E cosa significa per voi, sempre in quanto insegnanti, “educare alla pace”?
G. A volte dico ai miei alunni di pensare anche solo all’interno del gruppo classe a quanto sia facile trovare qualcosa su cui non si è d’accordo e su cui non si riesca a trovare una soluzione comune… Anche queste sono piccole incomprensioni che minano alla pace in questo contesto. Mia nonna mi diceva sempre che nella vita l’importante è essere buoni. Ed è quello che cerco di trasmettere loro.
M. Significa anzitutto cercare di essere da esempio per i nostri studenti ed essere noi i primi a “praticare” la pace, favorendo il dialogo e l’inclusione.
Cosa vi augurate per il futuro dei vostri studenti?
G. Che diventino ingegneri, medici, presidenti, astronauti… Non è vero! Che siano felici di quello che fanno!
M. Mi auguro che ciascuno di loro si senta valorizzato nel proprio percorso.
E per il futuro del pianeta?
G. Purtroppo a volte sembra che l’intelligenza umana faccia regredire il mondo piuttosto che progredire. Ma voglio essere ottimista e mi auguro che si possa andare verso una situazione sia ambientale che civile sempre più equilibrata.
M. Mi auguro un mondo più giusto.
Per concludere, cosa significa per voi essere ISP?
G. Significa essere felici di quello che si ha e credere che ognuno nel mondo lo possa essere, agendo e unendo le forze.
M. Significa agire per rendere il mondo un posto migliore.