Cibo e latte per le scuole ugandesi
In tutto il mondo la crisi climatica, la pandemia e la guerra tra Russia e Ucraina stanno avendo conseguenze drammatiche sui prezzi e sull’accessibilità del cibo e del carburante, ma non in tutto il mondo le conseguenze sono le stesse. Come spesso succede, purtroppo, a pagare il prezzo più alto delle ingiustizie commesse da altri sono i Paesi del Sud del mondo. Tra questi, l’Uganda sta vivendo da mesi una gravissima crisi economica e sociale e un drammatico aumento di povertà e malnutrizione/denutrizione. Solo nella regione del Karamoja, mezzo milione di persone sta soffrendo la fame (circa il 40% della popolazione) con oltre 90.000 bambini e 9.500 donne incinta o in fase di allattamento in condizione di malnutrizione acuta. Il 65% dei bambini Karimojong tra gli 0 e i 4 anni di età vive infatti al di sotto della soglia di povertà, mentre il tasso di povertà estrema tra i bimbi di età compresa tra i 6 e 18 anni è addirittura superiore all’80%.
In tutto il Paese, poi, nei primi cinque mesi del 2022 vi è stata una riduzione tra il 25 e il 55% delle piogge rispetto alla media degli anni precedenti. Una tale mancanza di precipitazioni in un Paese dal clima particolarmente arido e secco ha conseguenze drammatiche su coltivazione e raccolti, che si stima arriveranno con più di due mesi di ritardo (e due mesi possono risultare davvero un’eternità, quando si ha fame). Già nel 2021 i raccolti erano stati scarsi e insufficienti a garantire sicurezza alimentare ed entrate economiche sufficienti alle comunità più povere dell’Uganda – e, più in generale, della regione dell’Africa orientale e del Corno d’Africa – che fanno affidamento sui raccolti per il loro autosostentamento.
A causa della scarsità e del ritardo dei raccolti, oltre che delle dinamiche geopolitiche mondiali, i prezzi di prodotti alimentari e non (così come quelli della benzina) sono aumentati in modo esponenziale negli ultimi mesi. E mentre la diminuzione dell’offerta rende complicato soddisfare la domanda, il costo di alimenti alla base della dieta ugandese, come farina, fagioli, mais e sorgo, è arrivato ad aumentare anche del 34% nel mese di aprile 2022.
In queste circostanze così dure, non solo abbiamo deciso di rinnovare, ma anche di incrementare il nostro supporto a diverse realtà e comunità del Karamoja e dell’Uganda tutta, fornendo oltre 44 tonnellate di mais, fagioli, farina, riso, olio, sale e più di 45.000 tazze di latte a ospedali, orfanotrofi o centri per bambini sieropositivi e con disabilità fisiche e mentali.
Dopo due anni di chiusura delle scuole a causa della pandemia – in cui molti bambini sono stati “riscoperti” come importanti produttori di reddito se impiegati nel lavoro minorile, e le bambine come valida merce di scambio in cambio di capi di bestiame – garantire la refezione scolastica quotidiana implica offrire un importante incentivo per convincere i genitori a rimandare i figli a scuola. Anche per questo, abbiamo deciso di rispondere con un progetto straordinario al bisogno straordinario dato dall’emergenza della fame e dell’abbandono scolastico: stiamo garantendo un pasto al giorno a oltre 3.600 giovani studenti di 26 scuole ugandesi: tra queste, 23 scuole Karimojong. In totale, a queste scuole ci impegniamo a garantire oltre 36 tonnellate di riso, fagioli, zucchero, olio, farina.
Garantire loro il cibo significa tenerli agganciati alla scuola e dunque alla vita, assicurando loro un presente e un futuro di dignità e speranza.
Francesca Costantini – Responsabile progetti internazionali ISP