Con i terremotati in Siria e Afghanistan
Le emergenze, siano esse dovute a catastrofi naturali o conflitti umani, spesso sono definite tali per le necessità urgenti di intervento e supporto che ne conseguono. Sono, queste, situazioni in cui normalmente si genera una forte empatia con le vittime e un elevato interesse mediatico, che spesso si traduce in progetti e donazioni ingenti ed immediate.
Purtroppo, però, spesso queste attenzioni hanno una data di scadenza: col tempo si normalizza la situazione, la si dimentica, non sembra più così prioritaria, o semplicemente sparisce dai social e dalla TV, e di conseguenza dai nostri occhi e dai nostri cuori. Il momento in cui il mondo sposta lo sguardo, mentre centinaia di migliaia di vittime ancora patiscono nel silenzio e nel buio di riflettori puntati altrove, per noi di “Insieme si può…” è il più importante per rinnovare il nostro impegno in risposta alle emergenze del mondo.
Proprio per non dimenticare le vittime di due importanti emergenze allo spostamento dei riflettori, “Insieme si può…” continua e rinnova il suo impegno in Siria e Afghanistan per i terremoti degli ultimi mesi.
Ad Aleppo, sostenendo quanto realizzato da Pro Terra Sancta in seguito al sisma che ha causato oltre 50.000 vittime tra Turchia e Siria, il supporto di ISP è arrivato a migliaia di persone. Accoglienza in rifugi sicuri, distribuzione di cibo e coperte, acquisto e somministrazione di farmaci urgenti: queste le prime risposte immediate offerte a sostegno di oltre 2.500 persone in conseguenza dell’emergenza. Purtroppo il terremoto e il conflitto hanno lasciato in povertà estrema centinaia di persone nel Paese. Per questo, continua tuttora a distanza di mesi la consegna quotidiana di pasti caldi ad oltre 2.000 persone. Non appena possibile, si è poi proceduto con la verifica dell’abitabilità di case ed edifici per permettere agli sfollati se e quando possibile di farvi ritorno. Già dalle prime settimane successive al terremoto, un team di operatori e volontari si sono adoperati per la ricostruzione di casette ed alloggi. L’obiettivo è di costruirne 150 entro la fine dell’anno, e coloro che non potranno esservi ospitati sono e saranno supportati in questa prima fase (post?) emergenza nel pagamento dell’affitto. Riconoscendo l’importanza del supporto psico-sociale alle vittime di simili catastrofi, è stata inoltre offerta assistenza psicologica ad più di 4.000 adulti e bambini.
Il 7 ottobre, un terremoto di magnitudo 6.3 della scala Richter ha fatto tremare una vasta area nella zona dell’Afghanistan Occidentale, vicino ad Herat. Le nostre inarrendevoli partner e amiche di RAWA, presenti nella regione anche con i nostri progetti “Zafferano” e alfabetizzazione per le donne afghane, hanno inviato subito un video girato sul posto, che è di fatto rimasta l’unica testimonianza digitale per giorni e giorni.
La comunicazione con le aree devastate è risultata complicatissima fin da subito e di fatto ignorata poiché quei villaggi, come ci raccontano le donne di RAWA, appartengono ai contadini più poveri e dimenticati del Paese, scappati in questi anni da altre aree dell’Afghanistan e vittime di violenze da parte dei Talebani. “Il dolore e la sofferenza dei sopravvissuti non possono essere raccontati con nessuna parola o immagine. La stragrande maggioranza delle vittime e dei feriti sono donne, perché il terremoto è arrivato all’improvviso durante il giorno quando sono proprio le donne ad essere in casa, tra le mura precarie delle costruzioni fatiscenti in cui abitano le famiglie”.
Anche grazie al sostegno garantito dal progetto di emergenza di ISP, il team di assistenza delle donne di RAWA si è messo subito in cammino da Kabul e dagli altri grandi centri dove sono presenti le attiviste. Hanno portato e continuano a portare medicinali, garantiti da personale medico e paramedico che agisce nell’anonimato, eroicamente, per paura di ritorsioni visto che il target dell’aiuto sono proprio le donne. Anche grazie al nostro contributo, distribuiscono anche cibo, materiale per l’igiene personale, vestiti e coperte.
Più il Mondo se ne dimentica, più noi ce ne ricordiamo.
Francesca Costantini – Responsabile progetti internazionali di “Insieme si può…”