Il pulmino della vita in Siria
Dopo oltre 12 anni dall’inizio del conflitto nel Paese, la popolazione siriana si ritrova decimata e tremendamente impoverita con oltre il 90% della popolazione che vive sotto la soglia di povertà: in totale, nel Paese si contano infatti oltre 13,4 milioni di persone in grave necessità di aiuto umanitario. A questa situazione si aggiunge la mancanza di elettricità, che ha un grave impatto multisettoriale su diversi servizi, impedendo per esempio la disponibilità e la qualità della sanità e dei servizi igienico-sanitari e dell’istruzione.
I primi a pagare le conseguenze del contesto così instabile in Siria sono i bambini: 2,4 milioni bambini hanno bisogno di assistenza medica e soffrono di malnutrizione. Secondo l’OCHA (Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari), già nel 2022 in Siria 6,4 milioni di bambini avevano bisogno di sostegno educativo. Il recente terremoto e i conflitti intensificatisi nella regione negli ultimi anni hanno esacerbato ulteriormente la situazione. Questi dati sono ancora più preoccupanti, considerando che in Siria esiste un grave problema di apolidia infantile. Per far fronte a questa complessa situazione, in tutta la Siria le famiglie stanno tornando a soluzione negative, tra cui il lavoro minorile (in oltre il 75% delle famiglie i bambini lavorano) e i matrimoni precoci, che comportano un ulteriore aumento dell’abbandono scolastico. A tali difficili condizioni si aggiunge il malessere psicologico che numerosi bambini e ragazzi soffrono a causa del conflitto ultradecennale; circa il 29% delle famiglie siriane segnalano che i propri ragazzi e ragazze di età inferiore ai 18 anni hanno subito traumi importanti (secondo il rapporto OCHA Siria 2022).
Molti dei bambini non registrati, definiti “senza nome”, sono figli delle violenze e degli abusi perpetrati dai combattenti della jihad. Una volta liberata Aleppo, la gran parte delle donne vittime di tali violenze, ripudiate dalle proprie famiglie, non hanno registrato i figli all’anagrafe, per non suscitare ulteriore scandalo. I bambini, infatti, vengono guardati con ostilità, perché considerati “i figli del peccato”, e nella sola Aleppo sono circa 3.000 emarginati e bisognosi di tutto: di cibo, di acqua, ma anche di un recupero psicologico e sociale. Infatti, i bambini non registrati non possono accedere ai diritti fondamentali, come i servizi sanitari ed educativi.
Per dare un nome e un futuro a questi bambini, l’associazione Pro Terra Sanca (PTS), da anni partner di “Insieme si può…” in Siria, ha avviato tre centri di accoglienza diurni per questi bambini, a cui viene offerta un’opportunità di istruzione e di assistenza psicologica, socio-sanitaria e legale nel processo di registrazione. Come raggiungere però quei bambini condannati al lavoro minorile dal loro status di mancato riconoscimento e dalla miseria in cui versa la famiglia? Come raggiungere quei bambini che da soli non possono recarsi presso i centri? Per un problema così delicato e complesso è necessaria una soluzione un po’ creativa, fuori dalle righe. È così che PTS, grazie al supporto di “Insieme si può…”, ha rinnovato anche nel 2024 per 6 mesi l’attività del “Pulmino della Vita”: il pulmino, da 34 posti, è considerato un centro educativo mobile a bordo del quale, ogni giorno, psicologi ed educatori incontrano per strada bambini e ragazzi per proporre loro dei momenti di attività ludiche ed educative, dei momenti di serenità. Ad oggi sono circa 400 i piccoli beneficiari che salgono a bordo del pulmino!
Racconta Ana de Estrada di PTS, da poco tornata da un viaggio in Siria: “Sono tornata in Italia da pochi giorni, la vita quotidiana cerca di imporsi, di sovrastarmi come sempre. Ma i volti dei bambini sul bus, la determinazione di quelle mamme che ho visto accompagnare i loro bambini all’unico posto in cui i loro figli “senza nome e senza futuro” sono ammessi, considerati, amati, istruiti, quei volti no, non riesco a dimenticarli! […] Mi sono seduta tra di loro e ho girato per le strade di Aleppo est, un livello di distruzione inimmaginabile, macerie su macerie, bombardamenti o terremoto non saprei distinguere, ho faticato a contenere le lacrime di frustrazione. Solo l’eccitazione e il sorriso dei bimbi mi hanno aiutato a superare lo scoramento e vedere invece la bellezza di quello che stava succedendo sull’autobus. […] Grazie amici cari di ISP, siete stati voi a rendere possibile per sei mesi la presenza del Pulmino della Vita per le strade di Aleppo Est, a dare ancora una possibilità ai bambini di avere un nome e un futuro!”.
Francesca Costantini – Responsabile progetti internazionali di ISP