La propria vita per salvarne un’altra
Il 25 dicembre rimbalza dall’Ecuador questa notizia (riportata perfino nei telegiornali qui in Perù): “Venezuelano affoga dopo aver salvato un bambino nel fiume Jubones”. All’inizio quel nome non era nuovo, ma mai avremmo pensato che fosse lui. Viveva a Lima con la famiglia (moglie e tre figli) ed avevano deciso di rientrare in Venezuela. Erano già sulla via del ritorno, a piedi… In Ecuador facevano una sosta, anche per racimolare un po’ di soldi e continuare il viaggio, ed il giorno di Natale sono andati al fiume per distendersi un po’. Nel pomeriggio la tragedia.
Ma facciamo un passo indietro nella memoria. Nei primi mesi del 2021 Suor Mercedes, delle Missionarie della Carità (con cui si collaborava nel CIREMI), ci fa presente la situazione di Luis Ernesto. Da tre anni è in Perù con la famiglia. Vivono in 8 persone in uno spazio piuttosto ristretto: Luis Ernesto e Abril, sua moglie; la sorella di Luis con il marito José Ali e i tre figli (che purtroppo non stavano andando a scuola), più la sorella di quest’ultimo, che era fuggita con loro dal marito che la maltrattava… Insomma, 5 adulti e 3 bimbi.
Suor Mercedes ci faceva presente questo caso non tanto o solo per la precarietà della situazione, ma per la salute di Luis Ernesto. Aveva bisogno di fare delle cure costose per l’ulcera varicosa nella gamba che era stata colpita da un proiettile in Venezuela (tra l’altro, in questi 3 anni qui a Lima, Luis Ernesto era pure caduto da un pulmino ed era stato investito da una moto!), e che abbiamo potuto aiutare con circa 200 euro.
Qualche mese fa ci hanno lanciato un altro SOS: non avevano da mangiare! Gli uomini della casa trovavano solo dei lavoretti qua e là, ma niente di stabile, giusto per racimolare qualcosa. In quei giorni non avevano soldi per pagare l’affitto della stanza, per cui sono stati costretti a vendere alcune cose di valore che avevano. Anche in questo caso siamo intervenuti con una spesa fatta con alcune decine di euro e tutti loro non smettevano di ringraziarci per quest’intervento concreto.
Ed ecco che arriviamo ai giorni natalizi, in cui sono tornati alla ribalta per un fatto di cronaca da un lato triste, ma dall’altro eroico. La sorella di Luis, col marito José Ali ed i tre figli, vista la situazione tragica in cui vivevano e non vedendo una luce in fondo al tunnel, aveva deciso di tornare in Venezuela, e nei primi giorni di dicembre si erano incamminati a piedi sulla via del ritorno. Vicino a Natale erano già in Ecuador. Il giorno di Natale lo hanno trascorso, come detto prima, sulla riva del fiume Jubones. Ad un certo punto del pomeriggio avevano notato che un bambino che stava facendo il bagno era in difficoltà e stava affogando. Tre uomini si sono lanciati in aiuto ed è stato appunto José Ali colui che è riuscito a riportare fino a riva sano e salvo il bambino, ma, si presume per la stanchezza, lui non è riuscito ad arrivare a terra. In un ultimo disperato tentativo un uomo gli ha porto un bastone, ma la forza della corrente l’ha trascinato via ed è morto. Diverse ore dopo è stato ritrovato il corpo.
La sposa, addolorata, è rimasta sola con i tre bimbi. Pur nella sofferenza, la donna con spirito forte ripeteva che “le rimaneva nell’anima la soddisfazione di aver visto il marito morire come un eroe”. Luis Ernesto ha subito intrapreso il viaggio verso l’Ecuador per stare vicino alla sorella in questi giorni. Ad un certo punto era arrivata la notizia che il Consolato venezuelano a Guayaquil avrebbe rimpatriato a sue spese la donna e i bimbi, ma purtroppo è risultata infondata, più pubblicitaria che altro. Siamo in contatto continuo con loro: stanno vedendo con alcune ONG locali come avere i mezzi per proseguire il viaggio verso il Venezuela, mentre Luis Ernesto tornerà a Lima. Abbiamo nel cuore questo gesto di grande eroismo e speriamo che questa famiglia possa veramente avere un futuro migliore.
Silvano Roggero