“Raddrizziamo” la vita dei bambini rwandesi
Un bambino nato in Africa, in media e per la stragrande maggioranza, nasce di per sé con un notevole svantaggio. Dovrà impegnarsi, lavorare sodo e camminare chilometri e chilometri ogni giorno per andare a scuola, lavarsi, bere e mangiare. Peggio se femmina: a lei toccherà crescere in fretta, prendersi cura fin dai 4 anni dei fratellini. Peggio ancora se lui/lei è portatore di disabilità, gli/le toccherà una vita di emarginazione, discriminazioni e umiliazioni, soprattutto se non potrà camminare e percorrere con le sue gambe i km che lo/la porterebbero a scuola, che spesso rappresenta l’unica opportunità di riscatto nella vita.
Un bambino nato in Rwanda con i piedi torti nasce con tutti questi “svantaggi”. Anche a causa della vita condotta da molte madri rwandesi in gravidanza (durante la quale risulta impensabile sospendere il lavoro nei campi) e numerosi altri fattori di rischio, questo tipo di malformazione è particolarmente comune in Rwanda e in altri Paesi africani. Qui, per centinaia di bambini, la malformazione congenita di uno o entrambi i piedi rappresenta una vera e propria condanna all’esclusione e alla stigmatizzazione.
“Raddrizzare” queste storie, raddrizzando i piedini di questi bambini non è solo una possibilità, è una vera e propria realtà grazie all’impegno di associazioni ed enti locali ed internazionali. Operando i bambini nati con i piedi torti, curandoli e occupandosi della loro riabilitazione e fisioterapia, queste realtà accompagnano decine di bambini nei loro primi passi verso una vita di opportunità e diritti. Tra queste c’è la Caritas Diocesana di Ruhengeri, da anni partner di “Insieme si può…” e Jardin de los Niños.
Per il 2022 e per il 2023, ISP si è impegnata per sostenere e finanziare ogni anno l’operazione di 5 bambini provenienti da famiglie molto povere e vulnerabili, impossibilitate a sostenere il costo dell’operazione e delle cure post operatorie. Come spesso succede, le scelte di solidarietà si propagano in un circolo virtuoso: è così che il progetto è stato accolto e sostenuto dai Gruppi Colibrì – forse piccoli di età e statura, ma che sempre hanno tanto da insegnarci in termini di grandezza di cuore e generosità. Grazie al loro impegno, il piccolo Berthin è stato operato a dicembre e ora sta seguendo la riabilitazione e la fisioterapia post-operatoria, e all’età di 10 anni finalmente potrà iniziare ad andare a scuola. Per permettere alla sua famiglia di ottenere una migliore sostenibilità economica, che li aiuti per le spese sia mediche che quotidiane per Berthin e i fratellini, grazie all’impegno dei Colibrì è stato possibile donare loro un maiale, una piccola stalla e delle sementi.
Con 2.500 € possiamo permettere che il circolo virtuoso continui a fare i suoi miracoli, permettendo a un altro bambino rwandese di camminare verso un futuro di dignità e salute.
Francesca Costantini – Responsabile progetti internazionali di “Insieme si può…”