Un mese in Thailandia con Anna e Viola

È difficile condensare le emozioni di un mese in poche righe. Lo è ancora di più se le parole che stai per scrivere rappresentano una tappa importante della tua vita, un’esperienza unica nel tuo percorso.

Ebbene sì, dopo aver tanto fantasticato su un’esperienza di volontariato con “Insieme si può…” finalmente abbiamo avuto il nostro momento e siamo partite per il viaggio che tanto avevamo sognato. Del resto, la cooperazione è la nostra meta finale, ciò per cui studiamo Scienze Internazionali e Diplomatiche, quello per cui ci impegniamo nelle realtà di volontariato con le quali entriamo in contatto.

Eravamo pronte per partire, pronte per cambiare la realtà che avremmo trovato. Pronte per dare, pronte per aiutare. Cosa succede, però, se quello che cambia sei tu? E se, più che dare, sei tu quello che riceve?

Il nostro viaggio in Thailandia è iniziato come un sogno, un sogno condiviso con tutta la famiglia di “Insieme si può…”. Un sogno che si è rivelato molto di più. Che si è dimostrato essere un percorso condiviso da molti, un impegno a 360 gradi per 365 giorni, un obiettivo portato avanti con dedizione e costanza sia dall’Italia che dalla Thailandia.

Durante il mese trascorso nella provincia di Samut Prakan, parte della regione metropolitana di Bangkok, abbiamo avuto l’onore di visitare i progetti della fondazione FORDEC, partner locale che “Insieme si può…” sostiene ormai da 15 anni. FORDEC si occupa della riabilitazione e dello sviluppo di famiglie, bambini ed anziani che vivono in situazione di povertà, tanto economica quanto relazionale.

Durante la nostra permanenza in Thailandia abbiamo principalmente prestato servizio presso un day care centre, una struttura educativa che ospita circa 200 bambini tra i due ed i sei anni. Abbiamo, poi, preso parte ai viaggi organizzati dallo staff FORDEC per visitare i progetti di ISP a nord (province di Chiangmai e Lampang) e al confine con la Cambogia (province di Buriram e Sakaew).

In queste occasioni abbiamo avuto modo di far parte della concreta realizzazione dei progetti (distribuzione di ciabattine flip-flop al confine con la Cambogia, distribuzione di biciclette a Bangkok, gestione di Day Care Centres e sostegno a malati di HIV/AIDS al Nord) e di verificare l’attendibilità e la trasparenza nelle gestione degli aiuti e nell’organizzazione dei progetti da parte di FORDEC.

Tuttavia la parte più stimolante e coinvolgente della nostra attività è stata la strada che abbiamo condiviso con i bambini sostenuti tramite il SAD (il progetto Sostegno a Distanza) e le loro famiglie. ISP sostiene circa 160 bambini in Thailandia: siamo riuscite a visitare quasi tutti loro, famiglie comprese. Che dire? Non ci sono parole per esprimere il legame creato. Avere l’opportunità di conoscere i bambini che proprio ISP sostiene, vedere dove vivono, stringere le mani ai loro cari, conoscere le situazioni nelle quali sono immersi quotidianamente… Che momenti!

Tutto ciò relazionato al fatto che noi, proprio noi volontarie, eravamo lì come portavoce di ISP, testimoni di un progetto in cui crediamo, ma che spesso pare distante dalle nostre quotidianità. Invece no! I bambini sostenuti da ISP ci sono, sono consapevoli ed estremamente grati dell’aiuto che ricevono.

In questo senso, lo staff FORDEC opera davvero in maniera efficiente: tramite incontri mensili con i bambini, le famiglie e gli insegnanti, FORDEC si impegna a trasmettere il valore di un sostegno a distanza e delle possibilità educative e di sviluppo che esso comporta per i ragazzi, le famiglie e le comunità in cui queste sono inserite.

Oltre a ciò, il personale FORDEC si interessa periodicamente della gestione del sostegno dato alle famiglie, di modo che esso si trasformi in un vero motore di crescita per i ragazzi.

Con grande soddisfazione e gioia, dobbiamo dire che il progetto funziona davvero!

Nonostante le frequenti situazioni di grave disagio economico, di mancanza di strutture familiari, di solitudine o malattia, il sostegno a distanza rappresenta davvero un seme che, curato, ha portato, porta e continuerà a portare frutti. Certo, il cammino verso la costruzione di una realtà un po’ più equa e migliore è lungo e faticoso, a volte addirittura deludente. Eppure ne vale davvero la pena, e noi ci crediamo.

Perché? Perché è un cammino condiviso, portato avanti con costanza e con amore. Perché non siamo i soli a credere che si possa fare un passo avanti nel progetto di uguaglianza che costruiamo giorno dopo giorno. Perché i sorrisi dei bambini che grazie a noi possano andare a scuola e sognare un futuro migliore sono semplicemente impagabili.

E noi? Noi siamo semplicemente grate ed orgogliose di essere testimoni che davvero insieme si può!

 

Anna e Viola